Ad Alassio, in un vicolo tra due palazzi, c’è un vecchio portone.
“Jacovitti era un secchione”
Salendo le scale fino all’ultimo piano si arriva da Gibba, al secolo Francesco Maurizio Guido, pittore, fumettista, scrittore, regista. Uno dei padri dell’animazione italiana.
“Moravia si avvicina, mi guarda e dice: alla vostra età ancora fate i pupazzetti?!?”
Gibba ci ha accolto con il sorriso nella sua soffitta: la “tana” come la chiama lui, lo studio dell’artista, come la chiamereste voi.
In quello stesso luogo si è rifugiato da ragazzo durante la Seconda Guerra Mondiale. Sotto quel tetto hanno preso vita molte delle sue idee, opere e quadri.
“Federico Fellini era un disegnatore abbastanza scombinato. Era bravino, insomma, ma era molto meglio come regista…”
L’aria, un po’ polverosa, sa di arte. La sensazione è bellissima.
Siamo andati da Gibba per filmare un’intervista condotta da Marco Frassinelli di Pianeta Fumetto. Abbiamo raccolto uno spaccato di storia del cinema e dell’animazione italiana dal 1942, anno in cui il nostro diciottenne ha iniziato la carriera.
Oltre a raccontare la sua esperienza artistica a voce, ricca di aneddoti e di incontri con personaggi mitici, ci ha realizzato due opere al volo:
Giuro: in quei pochi attimi non sapevi se perderti nei movimenti della mano o nell’espressione trasognata e soddisfatta.
PS: Non abbiamo invertito le ultime due foto: Gibba è mancino e firma molto spesso al contrario.