Di chi è Porta Pila (o Porta Martina)? Genova vs Porto Maurizio

Di chi è Porta Pila (o Porta Martina)? Genova vs Porto Maurizio

I Liguri sono un popolo unito, anche se nessuno di loro lo ammetterà mai. Certo che, però, combattere a colpi di campanilismo non favorisce la coesione delle Ligures gentes. Tuttavia, dovremo pur risolvere un enigma che, sebbene non possa portare a nessuna conclusione pratica, fa chiarezza su un monumento (o un simbolo) che ha creato qualche dissenso tra Genova e la sua fedelissima Porto Maurizio. Chi la ricorda con un nome, chi con un altro, sta di fatto che la maestosa Porta Martina si ergeva orgogliosa e Superba come accesso alla città fortificata di Porto Maurizio, nei pressi di Via Carducci. Ma probabilmente essere troppo superbi con la Superba non poteva che risultare disdicevole e così fu trasportata a Genova per ordine dei Padri del Comune nella metà del Seicento. Per anni questa porta, ribattezzata con il nome di Porta Pila, segnò la fine (e l’ingresso) dell’attuale Via XX Settembre del capoluogo ligure, per poi essere spostata sopra alla stazione di Brignole, dove la si può vedere tuttora. Inutile dire che non venne più restituita a Porto Maurizio, nonostante le numerose richieste dei portorini per rientrarne in possesso. Nessuno si arrabbi, la storia è la storia e sarebbe inutile rivendicare diritti di quasi 500 anni fa. Visualizza Liguriainside in una mappa di dimensioni maggiori...
La bellezza della tradizione, a Vessalico

La bellezza della tradizione, a Vessalico

La bellezza non è solo una questione legata all’armonia delle forme e delle cose che osserviamo. Sarebbe troppo riduttivo collegare la parola “bello” al solo impatto visivo che la realtà ha sui nostri sensi. E Vessalico è un buon esempio – anzi, la dimostrazione – di quanto sto affermando. Abbiamo deciso di aggiungere questo paese di fondovalle, stazione di sosta lungo la strada per Pieve di Teco, al nostro mondo delle cose amate. Perchè non si può restare indifferenti alla BELLEZZA della dedizione con cui gli abitanti coltivano l’aglio Presidio Slow Food, nè alla BELLEZZA che si assapora nel gusto e nel profumo di questo prodotto della terra. Non a caso, vi abbiamo già proposto uno dei molteplici utilizzi dell’aglio, in una ricetta spiegata da un vessalcese doc. E qualcuno vorrà forse negare la BELLEZZA della Fiera del’Aglio, che si tiene annualmente ogni inizio luglio? Per i ponentini Vessalico è l’aglio e l’aglio è Vessalico, due parole praticamente intercambiabili. E la cosa che più si apprezza è la semplicità con cui il lavoro della terra viene esposto ai turisti di passaggio. Ma attenzione! Perchè Vessalico non è solo questo: è uno scrigno di storia, una località che per secoli ha vissuto la sua condizione sottomessa di vassallaggio (ecco da cosa deriva il nome, probabilmente), tutta scritta nella BELLEZZA della casa dei Grimaldi. E l’incomparabile BELLEZZA del torrente Arroscia, che incurante e selvaggio si dimena per raggiungere Albenga, non è certo da accantonare. Se poi vorrete curiosare per Vessalico, non potrete non entrare in contatto con gli abitanti del luogo: vedrete sulle loro facce i segni del tempo ed il...
Valloria – Passeggiando nel Paese delle Porte Dipinte

Valloria – Passeggiando nel Paese delle Porte Dipinte

I villaggi della Liguria sono fatti per essere difendibili, sfruttare il poco spazio a disposizione ed i materiali da costruzione concessi dalla natura. Un territorio irregolare, che passa da una valle all’altra, sassoso e battuto per millenni da culture ed eserciti in stile “ferro e fuoco” (oggi sostituiti da “materassino ed ombrellone”). Valloria non fa eccezione. Stretti carruggi inerpicati sulla cresta della collina. Case, stalle e cantine appollaiate una sull’altra. Muri in pietra con gli anelli in ferro per legare l’asino e porte in legno antico. Porte dipinte da artisti provenienti da tutto il mondo. Tutte differenti, sparse dalla cima al fondo del paese. Quando ci siamo andati lo scorso fine settimana, ne stavano creando altre 5, raggiungendo il ragguardevole numero di 135 opere d’arte. Merito dell’associazione Amici di Valloria che col motto “A Valloria si fa Baldoria” ospita ogni anno, dal 1994, pittori e scultori, accompagnati dall’immancabile festa sotto gli olivi. Immancabile come la sangria che ti viene offerta all’ingresso del banchetto. Così, sazi di cima, friscöi e zemin, andiamo a vedere il Museo delle Cose Dimenticate, allestito nell’Oratorio di Santa Croce. Antesignani raccoglitori automatici di olive (che qualcuno osò soprannominare “auto-sciasceline”*), trappole in vetro per le mosche ed una diabolica ripercussia, anello mancante tra il pianoforte e l’organetto, inventata e costruita artigianalmente da Giacomo Pisani, detto “Minetto” (1886-1959). Andrebbe ribattezzato “Museo delle Cose Oltremodo Curiose”! *Le sciasceline erano le raccoglitrici di olive. Molte di loro provenivano da Sassello, da cui l’origine del nome. Sull’argomento vi consigliamo caldamente il libro “Sciasceline: le mani invisibili” di Silvia Genta (ISBN 8879081926) P.S. il video è solo una breve passeggiata tra le...
Lucciole per lanterne

Lucciole per lanterne

Può sembrare strano andare in campagna di sera. E magari anche pericoloso: non sai mai cosa potresti incontrare, magari un cinghialotto che si aggira furtivo scavando buche nel terreno. Solitamente, qui in Liguria chi lo fa è per andare ad aiguare (innaffiare) l’orto. Però è di sicuro un’esperienza da provare, giusto per accorgersi che nel buio della notte non siamo da soli a muoverci tra ulivi e fasce (i terrazzamenti). Le lucciole ci terranno compagnia e, se numerose, ci indicheranno la via verso un paesaggio d’altri tempi, quasi da fiaba. In fondo, cosa te ne fai mai di fari, luci, lampioni e led, quando a schiarirti la vista e le idee ci sono loro, che brillano di luce propria come le stelle e formano curiose costellazioni in perenne movimento? Visualizza Liguriainside in una mappa di dimensioni...
Chiesa di San Bernardino a Triora – VIDEO

Chiesa di San Bernardino a Triora – VIDEO

L’autunno è una stagione suggestiva per visitare Triora, uno dei comuni più antichi dell’Alta Valle Argentina, noto come “il Paese delle Streghe”. Questo nome è legato alle vicende inquisitorie riguardanti venti giovani donne accusate nel 1587 di praticare magia nera. Ancora oggi nelle vie di Triora si respira aria di mistero, nei colori infuocati e nella chiesa del XV secolo dedicata a San Bernardino, poco sotto il paese. L’abbiamo visitata e ne siamo rimasti ammaliati. Il video vuole essere uno spunto per andarla a scoprire di persona. La sua piccola campana si intravede appena dietro il grande ippocastano. Al suo interno, i magnifici affreschi attribuiti in un primo tempo al pittore Giovanni Canavesio, attivo nella seconda metà del XV secolo, che sembrano invece frutto della mano di un precoce artista toscano. Sulle pareti, crude scene infernali, immagini del limbo e della passione di Cristo. Se volete visitare di persona la Chiesa di San Bernardino, potete rivolgervi presso il Museo Regionale Etnografico e della Stregoneria. Visualizza Liguriainside in una mappa di dimensioni...
Cenova, paese della pietra

Cenova, paese della pietra

La Liguria è fatta di pietre, pietre che trasudano la fatica di generazioni votate al duro lavoro della terra, pietre posizionate l’una sopra all’altra fino a formare maestose “ziggurat”, i nostri terrazzamenti, destinati all’agricoltura. Pietre legate alla vita umana così intimamente da trovare impieghi che vanno ben oltre il quotidiano operare. Una piccola frazione di Rezzo, Cenova, si è elevata nei secoli a capitale di una delle più fiorenti scuole di lavorazione artistica della pietra in Liguria, operando da Tenda (Francia) fino a Genova. Girando per i vicoli, è tutto un pullulare di portali, grondaie, lavatoi ed ancestrali opere scultoree che fanno di questo paese una galleria d’arte all’aria aperta, coronata dal Museo dei Lapicidi. Il video racconta una giornata iniziata con un bel pranzo sul confine col Piemonte ed una passeggiata in giro per Cenova, accompagnati da Mauro Geddo e lo zio Francesco Cacciò. P.S. Cenova si pronuncia come Genova. P.P.S. a Cenova c’è Via Genova. P.P.P.S. Mauro disse a Nicola, durante le riprese, di non inquadrare troppo Lavina, “altrimenti si sentono importanti”. Visualizza Liguriainside in una mappa di dimensioni...
La Stroscia – Ricetta

La Stroscia – Ricetta

Immaginate un posto dove scarseggia il burro ma i bimbi rugnano perché vogliono mangiare biscotti e torte. Benvenuti in Liguria quando ancora non esistevano i frigoriferi a motore, il ghiaccio lo si prendeva nelle neveire (di questo ne parleremo presto) ed i pochi prodotti di origine animale si vendevano in giornata in città. Per risolvere il problema le nostre nonne hanno inventato una frolla che al posto del burro utilizza l’unico “grasso” che avevano a disposizione: l’olio extravergine d’oliva. Il risultato non è una torta soffice, ricca di crema e mille pretese, ma un dolce semplice, che bada solo ad essere buonissimo. Appena sfornato, ha un delicato profumo di limone e di erbe aromatiche (dato dal vermut). Va consumato freddo, strosciandolo (spezzandolo) con le mani. Ecco l’elenco ingredienti utilizzati nella ricetta video: 500 g di farina 00 125 g di zucchero bianco semolato una bustina di lievito per dolci la buccia di un limone grattugiata mezzo bicchiere di vermut o marsala olio extra vergine di oliva taggiasca Non necessita di “frollatura” (sosta in frigo), il forno deve essere ben caldo (180 °C) e deve cuocere 30 minuti circa. Di olio bisogna impiegarne molto, circa un bicchiere colmo. Il risultato finale non è affatto “unto” al palato, anche se non si può definire di certo una torta ipocalorica. La potete conservare fragrante per molti giorni, avendo cura di riporla in una confezione ben sigillata. La conservabilità è una caratteristica di moltissimi piatti liguri, perché il nostro motto è sempre stato “non si sa mai”. Per ultimo l’abbinamento enologico: di solito i dolci si accostano bene a vini zuccherini o liquorosi,...
A day in Savona

A day in Savona

Paola, Corrado, Nicola e Dario in macchina: “Vedremo la nave partire, il Priamar, la Cappella Sistina e, se avremo tempo, mangeremo la panissa.” Nubi all’orizzonte, cielo plumbeo, la Costa non parte e clima tardo-autunnale. Urge un cambio di rotta? No: Savona, a conoscerla, ti stravolge la giornata in meglio! A day in Savona, il video con Paola di iLiguria.net (le guance da criceto ci mancano tanto!), lo staff di Liguriainside ed una guida locale ben preparata 😉 Ed ora, qualche foto della giornata Visualizza Liguriainside in una mappa di dimensioni...
Basilico

Basilico

Ocimum basilicum è una pianta originaria delle zone tropicali oramai diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo. Il suo nome deriva da due termini greci: –Okimon/Okùs che significa svelto, agile. In pratica “lo svelto a crescere e a maturare” per la sua velocità, in condizioni ottimali, a germogliare e sviluppare le gemme. –Basilikos che vuol dire “regale e pertinente al re”. In altre parole, erba profumata degna di re. Non penso che il basilico sia stato scelto dai Liguri per velleità principesche, ma perché maledettamente buono! E come per tutte le cose buone, ci vogliono moltissime attenzioni per coltivarlo: semina in soffice terreno, irrigazioni frequenti (ma ben equilibrate per evitare attacchi fungini) e raccolta che in Liguria viene effettuata esclusivamente a mano. Quando ne acquisterete un bel mazzetto, meglio se direttamente dal coltivatore, sappiate che ogni singola piantina è stata fatta crescere con cura e raccolta delicatamente senza rovinare la radice, posta una accanto all’altra, stretta dolcemente con un elastico e avvolta in carta leggera. Portato il basilico in cucina, viene subito da pensarlo sminuzzato nel Pesto (ne parleremo prossimamente) ma provate a mettere il mazzetto intero sotto il naso: sentirete il profumo delle foglie che abbraccia quello delle nude radicette che sanno ancora di terra. Per me, questo rappresenta l’arrivo dell’estate! Quindi cerco subito dei pomodori maturi, meglio se della varietà Cuore di Bue, li affetto nel mio piatto preferito, metto sopra una pizzicata di sale, un filo di olio taggiasco e… alcune verdi foglioline. Il sapore che ne viene fuori, nella sua semplice complessità, è qualcosa di perfetto. È una esperienza da provare....
Papaveri e papere

Papaveri e papere

“Su un campo di grano che dirvi non so…” Per essere precisi nel Golfo Dianese non ci sono coltivazioni di cereali ma, un bel giorno, passando sotto il ponte blu della ferrovia e andando un pochino più in là, vidi una “Paperina” che “vide degli alti papaveri al sole brillar“. Non so se poi riuscì a papparsi un papavero, ma vi assicuro che ho passato tutto il pomeriggio a canticchiare la canzone di Nilla Pizzi!...