by Gabriele | Mar 8, 2012 | Articoli Principali, Natura, Storia e Folclore |
Ci sono luoghi che un tempo erano brulicanti di persone e densi di attività, scambi e commerci, ed oggi sembrano “lontani dalla civiltà”, immersi in un silenzio soprannaturale, cui non siamo più abituati. Eppure sono alle nostre spalle, pochi chilometri di strada nel bosco di Rezzo, oppure da Molini di Triora, comunque sempre in direzione Passo Teglia. Qui imbocchiamo il sentiero che raggiunge la Sotta di San Lorenzo e, quindi il Passo della Mezzaluna (se volessimo continuare, il Monte Saccarello non è poi tanto distante). Questo era uno dei nodi della Via Marenca, grande autostrada del passato che si sviluppa sui crinali e collega la costa a Limone Piemonte. Oggi possiamo incontrare qualche turista italiano, e gli amatissimi inglesi, tedeschi, francesi ed olandesi, che conoscono meglio di noi i nósci posti. La Sotta di San Lorenzo è una depressione tettonica, scarna nella vegetazione… è proprio come se ci trovassimo in un’inaspettata valletta in miniatura. Qui le testimonianze di un’assidua frequentazione umana sono numerose. Troviamo i resti di alcune vastere (ricoveri in pietra per gli animali) e i ruderi dell’antica chiesetta di San Lorenzo, luogo di incontro per pastori e viandanti, soprattutto in occasione della fiera del bestiame (10 agosto); nella porzione superiore della Sotta, da dove è possibile ammirare la valle Argentina, troviamo anche una pietra laminare di grandi dimensioni infissa nel terreno (c’è chi dice un menhir? –ne parliamo in Miti e Menhir sulla Via Marenca-), che qualcuno vuole far risalire all’età del rame. Se proseguiamo per il Passo della Mezzaluna, attraversando l’ultimo boschetto, il paesaggio diventa quasi alieno. Una conca naturale (ecco da cosa deriva il nome,...
by Gabriele | Feb 29, 2012 | Arte e Spettacolo, Articoli Principali, Natura |
Read this post in English Guardando il ponte di Dolceacqua, il gatto Remì ha cercato probabilmente di imitarlo, distendendosi e restando impassibile al transitare continuo degli abitanti e dei tanti turisti che visitano il paese celebrato dal tratto impressionistico di Monet. Purtroppo, i quadri di Monsieur Monet non si trovano nelle vicinanze e dovreste fare parecchia strada per ammirarli. “L’antico ponte sul Nervia” è finito nel Massachusetts a Williamstown, presso lo Sterling and Francine Clark Art Institute. “Il castello a Dolceacqua” si trova al Musée Marmottan Monet di Parigi. Clicca qui per vedere i quadri direttamente dal sito del Comune di Dolceacqua. ...
by Corrado | Feb 27, 2012 | Articoli Principali, Storia e Folclore |
Read this post in English 26 febbraio, una giornata di sole. Carichiamo la macchina con l’attrezzatura e imbocchiamo le stradine che da Diano Marina portano nell’entroterra, diretti ad Evigno. In pochi minuti si arriva a 450 m s.l.m. e si può ammirare una vista mozzafiato del Golfo Dianese. Durante il tragitto facciamo tappa nelle chiesette delle tante frazioni. L’oratorio di San Giovanni Battista a Borganzo (Diano San Pietro) è una costruzione che mi ha sempre attirato per via dei suoi stucchi e statue dall’aria orientaleggiante, cosa alquanto insolita per le nostre vallate. Il campanile è di statura decisamente sotto la media… ma non penso si faccia complessi. Ci fermiamo anche nella Chiesa parrocchiale della Natività di Maria, dove è custodito un polittico di Antonio Brea. Nicola si dedica alle riprese di questa famosa opera, mentre io rimango colpito da una Santa solitaria che osserva, dalla sua nicchia in ombra, una luminosa vetrata raffigurante Maria con in braccio il Bambino… Nuovamente in marcia e poco prima di attraversare il torrente Evigno presso il bivio per Diano Roncagli, scorgo qualcosa proprio sotto la strada: “Nicola, c’è un ponte sotto il ponte!” Fermiamo la macchina e ci avviciniamo. E’ un veder strano, il nuovo che sovrasta il vecchio. Nascosto dal ponte in cemento un bel ponte medioevale del 1600 con un’edicola votiva dedicata alla Madonna, costruita per dare modo di fermarsi qualche secondo a riflettere ai viandanti che attraversavano le acque. Ad Evigno, le betulle piantate in piazza della chiesa hanno superato senza problemi il freddo intenso di quest’inverno. Sulla via del ritorno ci fermiamo dalla Parrocchia di SS Margherita e Bernardo...
by Nicola | Feb 24, 2012 | Arte e Spettacolo, Articoli Principali, Natura, Storia e Folclore |
Non è facile ridurre in poco più di tre minuti migliaia di anni di storia naturale ed umana. Mentre scrivo queste righe sto finendo il montaggio del filmato su Imperia, il nostro caro capoluogo. Accanto a me, una confezione di praline al tartufo, un caffè ed una boule de neige a forma di nuraghe (mi piace pensare che sia una “casella” ligure). Dovete sapere che circa un anno fa abbiamo ricevuto l’incarico da parte della Provincia (STL Riviera dei Fiori – www.visitrivieradeifiori.it) di produrre venti filmati riguardanti il nostro territorio. Uno di questi mi sta particolarmente a cuore, forse per il legame affettivo che ho con il soggetto, ovvero la Valle Arroscia e l’Alta Valle Tanaro: da piccolo andavo spesso con i miei genitori a Pieve di Teco, ho trascorso innumerevoli natali a Monesi e ancora oggi, se devo immaginare un luogo bello e selvaggio, il Bosco di Rezzo è in pole position. Se volete, vi racconto qualche aneddoto e retroscena. Nel video, dopo le prime immagini girate nel faggeto di Rezzo, si intravede un gregge di pecore ed un’anziana signora. Ha novantacinque anni, abita a Mendatica e, insieme alle compagne quasi coetanee, intrattiene una colorata scolaresca mostrando come si fila la lana. Ha il sapere di novantacinque anni di vita più tutto ciò che le è stato tramandato oralmente dai genitori. Ed ora i bambini possono toccarla ed ascoltarla. Facciamo un passo avanti. Quando il nostro caro Gilberto dice “…e nelle chiese”, si vede una piccola cappella nel verde. È sopra ad Armo, la si raggiunge con una strada sterrata che sale nel bosco. È dedicata alla Madonna...
by Corrado | Feb 23, 2012 | Articoli Principali, Natura |
I portici di Imperia Oneglia sono artropologicamente interessanti. Esatto, artropologimente. Infatti tutte le volte che facciamo su e giù, calpestando le piastrelle gialle e bordeaux, davanti alle boutique ed i bar storici, non siamo mai soli: piccoli artropodi, esattamente minuscoli ragnetti, ci osservano sempre con i loro otto occhi. Quelle macchie scure che tutti credono essere muffa e umidità sono in realtà tele rotondeggianti costruite ed elette a dimora da queste bestiole. Gli aracnidi onegliesi hanno colonizzato il soffitto, i cavi della corrente, i sistemi di allarme dei negozi, i numeri civici… Praticamente ogni punto dei nostri bei portici di ispirazione piemontese! In questi nidi pasteggiano catturando e sgranocchiando i moscerini e si cambiano “d’abito” accatastando i capi fuorimoda e fuori taglia (tecnicamente le esuvie). Se vi avvicinate ad una di queste tele, osservandola attentamente, potreste vederne uno. Mi raccomando durante l’osservazione non disturbatelo troppo! Visualizzazione ingrandita della mappa...