La bellezza della tradizione, a Vessalico

La bellezza della tradizione, a Vessalico

La bellezza non è solo una questione legata all’armonia delle forme e delle cose che osserviamo. Sarebbe troppo riduttivo collegare la parola “bello” al solo impatto visivo che la realtà ha sui nostri sensi. E Vessalico è un buon esempio – anzi, la dimostrazione – di quanto sto affermando. Abbiamo deciso di aggiungere questo paese di fondovalle, stazione di sosta lungo la strada per Pieve di Teco, al nostro mondo delle cose amate. Perchè non si può restare indifferenti alla BELLEZZA della dedizione con cui gli abitanti coltivano l’aglio Presidio Slow Food, nè alla BELLEZZA che si assapora nel gusto e nel profumo di questo prodotto della terra. Non a caso, vi abbiamo già proposto uno dei molteplici utilizzi dell’aglio, in una ricetta spiegata da un vessalcese doc. E qualcuno vorrà forse negare la BELLEZZA della Fiera del’Aglio, che si tiene annualmente ogni inizio luglio? Per i ponentini Vessalico è l’aglio e l’aglio è Vessalico, due parole praticamente intercambiabili. E la cosa che più si apprezza è la semplicità con cui il lavoro della terra viene esposto ai turisti di passaggio. Ma attenzione! Perchè Vessalico non è solo questo: è uno scrigno di storia, una località che per secoli ha vissuto la sua condizione sottomessa di vassallaggio (ecco da cosa deriva il nome, probabilmente), tutta scritta nella BELLEZZA della casa dei Grimaldi. E l’incomparabile BELLEZZA del torrente Arroscia, che incurante e selvaggio si dimena per raggiungere Albenga, non è certo da accantonare. Se poi vorrete curiosare per Vessalico, non potrete non entrare in contatto con gli abitanti del luogo: vedrete sulle loro facce i segni del tempo ed il...
CASTELLIGURIA, p.te I. La contea di Petralata: le donne, i cavallier, l’arme, gli amori

CASTELLIGURIA, p.te I. La contea di Petralata: le donne, i cavallier, l’arme, gli amori

Sono orgogliosamente ligure, siamo orgogliosamente liguri; e conosciamo bene il territorio che viviamo. Però capita spesso di scovare qualcosa di inaspettato. Non ce ne vogliano gli abitanti del luogo, ma a Prelà Castello, abbarbicato, appartato e minuto com’è, è molto probabile che ci si arrivi solo per caso. Non facciamoci ingannare dal nome, si tratta di una frazione di Vasia. Noi siamo passati da Pantasina; in qualunque caso, l’importante è arrivare a Pianavia e imboccare la strada che scendere a Prelà Castello. Conoscevamo già questo paesino, ma non pensavamo fossero così grandi i resti dell’antico castello che ricorda le ambientazioni epiche di Age of Empires. Questo è il vessillo dell’antica Contea di Petralata, originariamente dei Conti di Ventimiglia (anche qui c’è l’inganno, la città di Ventimiglia non c’entra niente) e poi oggetto di lunghe contese che hanno interessato i Grimaldi, i Doria, i Lascaris di Tenda, fino a quando non sono arrivati i Savoia. Questo è anche il sipario di una leggenda romantica: Ludovico, secondogenito di Guglielmo II Lascaris di Ventimiglia, era stato costretto ad entrare in convento, ma conobbe e si innamorò di Tilburgia, contessa di Boglio. La nobildonna venne rinchiusa dal padre di Ludovico nel castello di Petralata ma il caparbio giovane liberò la sua amata e ottenne dalla regina di Napoli – che lo ospitava – di sospendere i voti. Inutile dire che, una volta tornato a casa (siamo nella seconda metà del Trecento), Ludovico si ritrovò unico erede, signore delle sue terre, e felicemente maritato con Tilburgia. Peccato solo che il castello sia proprietà di privati… Ma girargli intorno per sbirciare non costa niente, anzi,...