Miti e Menhir sulla Via Marenca

Miti e Menhir sulla Via Marenca

“Volete fermare il cuore del vostro vicino? Dategli questa. È la pianta più velenosa della Liguria. Si chiama Elleboro fetidus.” Ha esordito così la nostra guida, Marco Rosso. Mentre la luce continuava a diminuire. Siamo partiti in dodici, compresi 3 cani, dal Passo Teglia alle ore 21:00. Siamo arrivati al Passo della Mezzaluna alle 22:00 circa (del percorso e della sua storia ne parliamo anche qui). Qui abbiamo lasciato che gli occhi si adattassero all’oscurità per tornare sui nostri passi e scoprire uno dei luoghi più misteriosi della Alpi Liguri: la Sotta di San Lorenzo. Luogo di incrocio tra valli e popoli, punto nevralgico di un antica Via del Sale (o “Marenca” – che porta al mare), questa dolina carsica ospita un menhir ed un altare sacrificale. Avete letto bene. E, probabilmente, la sua storia si allaccia al mito del dio pagano Beg, dal cui nome derivano alcuni vocaboli prettamente liguri e sempre connessi alla fertilità. Come il Monte Bego nella Valle delle Meraviglie o lo stesso marchio di fabbrica del Ligure DOC: Belin! Di questo mito ne parliamo qui. Nicola View Liguriainside in a larger...
La Sotta di San Lorenzo ed il Passo della Mezzaluna… Fertile

La Sotta di San Lorenzo ed il Passo della Mezzaluna… Fertile

Ci sono luoghi che un tempo erano brulicanti di persone e densi di attività, scambi e commerci, ed oggi sembrano “lontani dalla civiltà”, immersi in un silenzio soprannaturale, cui non siamo più abituati. Eppure sono alle nostre spalle, pochi chilometri di strada nel bosco di Rezzo, oppure da Molini di Triora, comunque sempre in direzione Passo Teglia. Qui imbocchiamo il sentiero che raggiunge la Sotta di San Lorenzo e, quindi il Passo della Mezzaluna (se volessimo continuare, il Monte Saccarello non è poi tanto distante). Questo era uno dei nodi della Via Marenca, grande autostrada del passato che si sviluppa sui crinali e collega la costa a Limone Piemonte. Oggi possiamo incontrare qualche turista italiano, e gli amatissimi inglesi, tedeschi, francesi ed olandesi, che conoscono meglio di noi i nósci posti. La Sotta di San Lorenzo è una depressione tettonica, scarna nella vegetazione… è proprio come se ci trovassimo in un’inaspettata valletta in miniatura. Qui le testimonianze di un’assidua frequentazione umana sono numerose. Troviamo i resti di alcune vastere (ricoveri in pietra per gli animali) e i ruderi dell’antica chiesetta di San Lorenzo, luogo di incontro per pastori e viandanti, soprattutto in occasione della fiera del bestiame (10 agosto); nella porzione superiore della Sotta, da dove è possibile ammirare la valle Argentina, troviamo anche una pietra laminare di grandi dimensioni infissa nel terreno (c’è chi dice un menhir? –ne parliamo in Miti e Menhir sulla Via Marenca-), che qualcuno vuole far risalire all’età del rame. Se proseguiamo per il Passo della Mezzaluna, attraversando l’ultimo boschetto, il paesaggio diventa quasi alieno. Una conca naturale (ecco da cosa deriva il nome,...