Val Pennavaire e Val Ferraia, un’Escursione nella Preistoria

Val Pennavaire e Val Ferraia, un’Escursione nella Preistoria

Le valli Pennavaire e Ferraia costituisco un’area carsica dove la roccia, scavata naturalmente dalla chimica e dagli agenti atmosferici, ha offerto riparo ai liguri più antichi. Tra le tante grotte, una in particolare attrae da tempo la nostra curiosità: custodisce l’idolo, un maestoso belino di pietra, tutt’oggi di difficile datazione e di complessa interpretazione. Partiamo in gruppo da Alto, in Piemonte, al seguito della guida Marco Rosso. La rete di sentieri si può raggiungere facilmente anche da Aquila d’Arroscia, in Liguria. Il percorso non presenta particolari difficoltà. Attraversato il ponte tra le due regioni, ci inoltriamo nel bosco fino alla cascata del Rio Ferraia, confluente del Pennavaire. A pochi passi, l’ingresso dell’Arma du Cupa, custode dell’idolo fallico tanto agognato. Paradossalmente, di fronte all’idolo c’è un camino dalle vaghe sembianze di vulva. Ma che ci fa roba del genere in una remota grotta del ponente ligure? Ecco il parere dello storico Alessandro Giacobbe: “L’interpretazione moderna potrebbe lasciare adito a facili ironie. Al di là della forma “semplicemente fallica” che può essere stata in qualche modo “conservata” dall’azione antropica, è importante pensare al suo significato per chi ci ha preceduto in quei luoghi. Le grotte, le arme della val Ferraia. Arma è di per sé un termine che rimanda all’idioma ligure, del quale non vi sono che pochissime tracce scritte, peraltro in alfabeto etrusco, nell’area del primitivo insediamento genovese. Ci si avvia in un passato preclassico, anzi, protostorico che giunge pressoché intatto fino a noi. L’elemento verticale, la pietra fitta evoca fino alla fine dell’antico regime ed oltre tanto una frequentazione quanto un confine. È una presenza che assume caratteri personali, sia pure...
Miti e Menhir sulla Via Marenca

Miti e Menhir sulla Via Marenca

“Volete fermare il cuore del vostro vicino? Dategli questa. È la pianta più velenosa della Liguria. Si chiama Elleboro fetidus.” Ha esordito così la nostra guida, Marco Rosso. Mentre la luce continuava a diminuire. Siamo partiti in dodici, compresi 3 cani, dal Passo Teglia alle ore 21:00. Siamo arrivati al Passo della Mezzaluna alle 22:00 circa (del percorso e della sua storia ne parliamo anche qui). Qui abbiamo lasciato che gli occhi si adattassero all’oscurità per tornare sui nostri passi e scoprire uno dei luoghi più misteriosi della Alpi Liguri: la Sotta di San Lorenzo. Luogo di incrocio tra valli e popoli, punto nevralgico di un antica Via del Sale (o “Marenca” – che porta al mare), questa dolina carsica ospita un menhir ed un altare sacrificale. Avete letto bene. E, probabilmente, la sua storia si allaccia al mito del dio pagano Beg, dal cui nome derivano alcuni vocaboli prettamente liguri e sempre connessi alla fertilità. Come il Monte Bego nella Valle delle Meraviglie o lo stesso marchio di fabbrica del Ligure DOC: Belin! Di questo mito ne parliamo qui. Nicola View Liguriainside in a larger...
Alle cascate del torrente Arroscia

Alle cascate del torrente Arroscia

Cinquanta minuti a piedi partendo da Mendatica, capoluogo della “cucina bianca”. Il primo tratto di strada passa accanto alla chiesa romanica di Santa Margherita e i suoi splendidi affreschi del cinquecento. La via si affaccia sulla valle ed è in gran parte esposta al sole. Oltrepassato il ponte in pietra sul rio Grupin, si risale una mulattiera che doveva essere molto frequentata quando ci si spostava con i muli carichi di castagne, olio, patate, latte e formaggio. Ci si addentra nel bosco, popolato dai leggendari giganti “Omi de a Faia”, capaci di sradicare alberi con le mani ed affrontare i feroci lupi. Storie dell’Ubagu, il lato oscuro delle valli del Ponente, l’angolo nascosto dove tutto può accadere. Eccole, le cascate dell’Arroscia in estate. In inverno si trasformano in un candido muro di ghiaccio. In autunno e primavera sono molto più imponenti, rifornite dalla pioggia e dalla neve che si scoglie. Siamo saliti con pantaloni corti e scarpe da trekking. Arrivati in cima abbiamo trovato quattro simpatici signori tedeschi di mezza età. Una ha affrontato il percorso con zoccoli col tacco. Il marito direttamente con gli infradito. Insomma, gambe in spalla, salita ripida ma assolutamente fattibile! Nicola View Liguriainside in a larger...