Una Valle tra le Montagne – il backstage del VIDEO

Una Valle tra le Montagne – il backstage del VIDEO

Non è facile ridurre in poco più di tre minuti migliaia di anni di storia naturale ed umana. Mentre scrivo queste righe sto finendo il montaggio del filmato su Imperia, il nostro caro capoluogo. Accanto a me, una confezione di praline al tartufo, un caffè ed una boule de neige a forma di nuraghe (mi piace pensare che sia una “casella” ligure). Dovete sapere che circa un anno fa abbiamo ricevuto l’incarico da parte della Provincia (STL Riviera dei Fiori – www.visitrivieradeifiori.it) di produrre venti filmati riguardanti il nostro territorio. Uno di questi mi sta particolarmente a cuore, forse per il legame affettivo che ho con il soggetto, ovvero la Valle Arroscia e l’Alta Valle Tanaro: da piccolo andavo spesso con i miei genitori a Pieve di Teco, ho trascorso innumerevoli natali a Monesi e ancora oggi, se devo immaginare un luogo bello e selvaggio, il Bosco di Rezzo è in pole position. Se volete, vi racconto qualche aneddoto e retroscena. Nel video, dopo le prime immagini girate nel faggeto di Rezzo, si intravede un gregge di pecore ed un’anziana signora. Ha novantacinque anni, abita a Mendatica e, insieme alle compagne quasi coetanee, intrattiene una colorata scolaresca mostrando come si fila la lana. Ha il sapere di novantacinque anni di vita più tutto ciò che le è stato tramandato oralmente dai genitori. Ed ora i bambini possono toccarla ed ascoltarla. Facciamo un passo avanti. Quando il nostro caro Gilberto dice “…e nelle chiese”, si vede una piccola cappella nel verde. È sopra ad Armo, la si raggiunge con una strada sterrata che sale nel bosco. È dedicata alla Madonna...
Gibba – il Papà dell’Animazione Italiana

Gibba – il Papà dell’Animazione Italiana

Ad Alassio, in un vicolo tra due palazzi, c’è un vecchio portone. “Jacovitti era un secchione” Salendo le scale fino all’ultimo piano si arriva da Gibba, al secolo Francesco Maurizio Guido, pittore, fumettista, scrittore, regista. Uno dei padri dell’animazione italiana. “Moravia si avvicina, mi guarda e dice: alla vostra età ancora fate i pupazzetti?!?” Gibba ci ha accolto con il sorriso nella sua soffitta: la “tana” come la chiama lui, lo studio dell’artista, come la chiamereste voi. In quello stesso luogo si è rifugiato da ragazzo durante la Seconda Guerra Mondiale. Sotto quel tetto hanno preso vita molte delle sue idee, opere e quadri. “Federico Fellini era un disegnatore abbastanza scombinato. Era bravino, insomma, ma era molto meglio come regista…” L’aria, un po’ polverosa, sa di arte. La sensazione è bellissima. Siamo andati da Gibba per filmare un’intervista condotta da Marco Frassinelli di Pianeta Fumetto. Abbiamo raccolto uno spaccato di storia del cinema e dell’animazione italiana dal 1942, anno in cui il nostro diciottenne ha iniziato la carriera. Oltre a raccontare la sua esperienza artistica a voce, ricca di aneddoti e di incontri con personaggi mitici, ci ha realizzato due opere al volo: Giuro: in quei pochi attimi non sapevi se perderti nei movimenti della mano o nell’espressione  trasognata e soddisfatta. PS: Non abbiamo invertito le ultime due foto: Gibba è mancino e firma molto spesso al contrario....
L’organo a canne di Aurigo, un viaggio cominciato nel 1905

L’organo a canne di Aurigo, un viaggio cominciato nel 1905

 Read this post in English Costruito nel 1905 dalla ditta Giovanni Marelli di Milano, venne esposto alla Fiera Campionaria di Milano del 1911, dove fu ammirato (e, chissà, anche suonato?) dal M° Don Lorenzo Perosi. Quest’opera artigianale venne quindi acquistata dalla Basilica di San Siro di Sanremo, dove rimase installata fino al 1948: in quell’anno, la Sovrintendenza alle Belle Arti diede inizio ai restauri per riportare l’edificio sacro all’originale romanico, motivo per cui lo strumento non poteva più trovare una collocazione idonea all’interno della chiesa, né per le sue dimensioni né – soprattutto – per il suo stile. I viaggi di questo strumento non erano ancora terminati e, infatti, nel 1949 lo acquistò la Parrocchia di Aurigo, che al momento era sprovvista dell’organo, visto che quello settecentesco era stato smantellato durante la Seconda Guerra Mondiale poiché ridotto in pessimo stato. Due anni dopo, grazie ai lavori della ditta Parodi & Marin di Genova Bolzaneto, venne inaugurato con un concerto di musica classica dal Prof. Carmelo Lamboglia, nativo di Aurigo e padre dell’illustre archeologo Nino Lamboglia. Ormai il suo peregrinare è concluso: a conferma dell’importanza che gli aurighesi attribuiscono a quella opera d’arte, dopo 60 anni da quella inaugurazione, l’organo è stato nuovamente restaurato e reinaugurato nel 2011. Questo possente strumento, uno dei più notevoli della Provincia di Imperia, ha più di 1600 canne, è costituito da due tastiere in osso ed ebano (ciascuna di 58 tasti), una pedaliera di 30 pedali e 25 registri reali. È correntemente utilizzato e potete ascoltarlo praticamente ogni domenica, dove l’ottima acustica della Parrocchiale di Aurigo valorizza il timbro di questa imponente macchina musicale...
La chiesa di San Giorgio a Calderara

La chiesa di San Giorgio a Calderara

 Read this post in English Percorrete la Statale 28, nei pressi di Pieve di Teco. Attraversate lo scenografico viadotto immerso nel verde della Valle Arroscia e sollevate lo sguardo. Noterete di fronte a voi la traccia di un piccolo mondo antico. Un campanile grigio, con tre archi sovrapposti per ogni lato: è la chiesa di San Giorgio nei pressi del cimitero di Calderara, frazione di Pieve di Teco. Nel bosco rivaleggiano contrapposti due forti simboli della nostra storia: la civiltà che corre e la civiltà che dorme. Immaginate il tempo in cui le gallerie ed il viadotto ancora non esistevano: questo piccolo monumento segnava il confine della giurisdizione di Pieve di Teco e doveva essere molto frequentato. Eppure, oggi, sembra un luogo abbandonato. Non limitatevi a guardare “di passaggio” quel mondo che riposa. Andateci direttamente. Scoprirete una realtà che, pur non vissuta, ci appartiene ancora: è la voce del silenzio della nostra terra. Visualizza Liguriainside in una mappa di dimensioni maggiori...
Il Teatro Salvini a Pieve di Teco, un nostro primato

Il Teatro Salvini a Pieve di Teco, un nostro primato

 Read this post in English Era abbandonato e pressoché distrutto da più di cinquant’anni; dal 2005 è tornato a nuova vita ed è sede di una stagione teatrale. È il “Teatro Salvini” di Pieve di Teco, il più piccolo al mondo insieme al “Teatro Catalani” a Vetriano di Pescaglia (Lucca). Questo piccolo gioiello dalla struttura sei-settecentesca venne edificato nel 1834 ed è particolare per le sue ridotte dimensioni: 43 mq di palcoscenico e meno di 100 posti tra platea ed i due ordini di palchi. In origine era una stanza adibita a forno: la sua trasformazione in teatro è stata sostenuta da un consigliere comunale dell’epoca, Giuseppe Manfredi, portavoce di questo desiderio dei pievesi “molto inclinati e molto amanti della musica e del teatro” (come affermano le testimonianze storiche). Certamente, l’attività artistica di questa struttura doveva essere di richiamo se, durante i lavori di restauro, è stato rinvenuto un autografo del grande attore e commediografo Gilberto Govi. Oggi il teatro è di proprietà della Provincia di Imperia ed è stato recuperato grazie ai finanziamenti della Fondazione Carige. Potete scoprire gli spettacoli della corrente stagione teatrale sul portale della Provincia di Imperia. Visualizza Liguriainside in una mappa di dimensioni maggiori   Se vi interessa Pieve di Teco, qui un approfondimento della nostra amica Paola....