Miti e Menhir sulla Via Marenca

Miti e Menhir sulla Via Marenca

“Volete fermare il cuore del vostro vicino? Dategli questa. È la pianta più velenosa della Liguria. Si chiama Elleboro fetidus.” Ha esordito così la nostra guida, Marco Rosso. Mentre la luce continuava a diminuire. Siamo partiti in dodici, compresi 3 cani, dal Passo Teglia alle ore 21:00. Siamo arrivati al Passo della Mezzaluna alle 22:00 circa (del percorso e della sua storia ne parliamo anche qui). Qui abbiamo lasciato che gli occhi si adattassero all’oscurità per tornare sui nostri passi e scoprire uno dei luoghi più misteriosi della Alpi Liguri: la Sotta di San Lorenzo. Luogo di incrocio tra valli e popoli, punto nevralgico di un antica Via del Sale (o “Marenca” – che porta al mare), questa dolina carsica ospita un menhir ed un altare sacrificale. Avete letto bene. E, probabilmente, la sua storia si allaccia al mito del dio pagano Beg, dal cui nome derivano alcuni vocaboli prettamente liguri e sempre connessi alla fertilità. Come il Monte Bego nella Valle delle Meraviglie o lo stesso marchio di fabbrica del Ligure DOC: Belin! Di questo mito ne parliamo qui. Nicola View Liguriainside in a larger...
Cosio d’Arroscia e la Festa delle Erbe

Cosio d’Arroscia e la Festa delle Erbe

A Cosio d’Arroscia c’è il Museo delle Erbe. Il paese è in montagna, circondato dai boschi dell’alta Valle Arroscia. In ogni piazza spunta una fontana o un lavatoio. Gli abitanti hanno tutti il sorriso, amano le turle e l’origano di campo. Insomma, la location ideale per una Festa delle Erbe! Seguendo la mappa, altrimenti ci si perde, si raggiungono i punti di rifornimento. Che potrebbero essere un sottoscala di una stalla antica con due signore che impiattano brusso e patate, una cantina che sa di mosto e ti servono l’ormeasco ridendo, un carrugio dove c’è il pan fritto con trio di violino, chitarra, ghironda. Questa festa itinerante si tiene il terzo fine settimana di luglio. Le foto che vedete le ho scattate durante l’edizione del 21 luglio 2013. Anche se capitate in un’altro periodo dell’anno, vi consiglio due curiosità, oltre al già citato Museo delle Erbe: La sfera decorata, un tempo posta sul campanile, resa un colabrodo dai moschetti dei soldati francesi nel 1794… …e la collezione di campane e campanacci da capre, mucche, pecore. Il piatto che mi è piaciuto di più? Oltre alle frittelle? La polenta di Ormea con pecorino e sugo di porro! Nicola. View Liguriainside in a larger...
Alle cascate del torrente Arroscia

Alle cascate del torrente Arroscia

Cinquanta minuti a piedi partendo da Mendatica, capoluogo della “cucina bianca”. Il primo tratto di strada passa accanto alla chiesa romanica di Santa Margherita e i suoi splendidi affreschi del cinquecento. La via si affaccia sulla valle ed è in gran parte esposta al sole. Oltrepassato il ponte in pietra sul rio Grupin, si risale una mulattiera che doveva essere molto frequentata quando ci si spostava con i muli carichi di castagne, olio, patate, latte e formaggio. Ci si addentra nel bosco, popolato dai leggendari giganti “Omi de a Faia”, capaci di sradicare alberi con le mani ed affrontare i feroci lupi. Storie dell’Ubagu, il lato oscuro delle valli del Ponente, l’angolo nascosto dove tutto può accadere. Eccole, le cascate dell’Arroscia in estate. In inverno si trasformano in un candido muro di ghiaccio. In autunno e primavera sono molto più imponenti, rifornite dalla pioggia e dalla neve che si scoglie. Siamo saliti con pantaloni corti e scarpe da trekking. Arrivati in cima abbiamo trovato quattro simpatici signori tedeschi di mezza età. Una ha affrontato il percorso con zoccoli col tacco. Il marito direttamente con gli infradito. Insomma, gambe in spalla, salita ripida ma assolutamente fattibile! Nicola View Liguriainside in a larger...
The dark side of Dolceacqua

The dark side of Dolceacqua

Toccata e fuga a Dolceacqua con Jamila, Ilaria (di CoopOmnia) e Alberto. Dopo aver incrociato Fabio e Rocco sul ponte tanto amato da Monet…e da Remì, abbiamo fatto due passi lungo le oscure vie della Téra, il quartiere sorto intorno al Castello dei Doria. Un labirinto di misteriosi carugi, dove ricordare la leggenda di Lucrezia, morta per ribellarsi allo Jus Primae Noctis. A Lucrezia, il cui fantasma è oggi cittadino onorario di Dolceacqua, la popolazione ha dedicato un dolcetto dal nome allusivo: la michetta. L’abbiamo mangiata all’agriturismo I Gumbi, accompagnata da gelato e tacunà, torta in pasta frolla ripiena di marmellata. Dopo cena, ci siamo immersi nel Visionarium. Dove dedizione e follia creativa regnano sovrani (tutto è fatto a mano da Eugenio Andrighetto). Qui, una stanza in pietra custodisce la suggestiva riproduzione storica del castello, fantasma incluso. View Liguriainside in a larger map Foto e testi Nicola...