A day in Savona

A day in Savona

Paola, Corrado, Nicola e Dario in macchina: “Vedremo la nave partire, il Priamar, la Cappella Sistina e, se avremo tempo, mangeremo la panissa.” Nubi all’orizzonte, cielo plumbeo, la Costa non parte e clima tardo-autunnale. Urge un cambio di rotta? No: Savona, a conoscerla, ti stravolge la giornata in meglio! A day in Savona, il video con Paola di iLiguria.net (le guance da criceto ci mancano tanto!), lo staff di Liguriainside ed una guida locale ben preparata 😉 Ed ora, qualche foto della giornata Visualizza Liguriainside in una mappa di dimensioni...
Non è un paese per pianisti

Non è un paese per pianisti

Borgomaro è un ridente comune nella valle del Maro che costeggia il torrente Impero. Ricchissimo d’acqua, il paese conserva ancora i numerosi frantoi centenari dove generazioni di contadini hanno portato le proprie olive taggiasche. Così, mentre le ruote girano, le macine lavorano e l’acqua gorgoglia tra i carruggi, placide bestiole completano questo ambiente idilliaco. Tuttavia, se un sabato pomeriggio provaste ad attraversare il ponte, addentrandovi nei vicoli nascosti, probabilmente nella via principale incontrereste otto individui in calzoncini che prendono a manate una pallina da tennis. (Personalmente non vorrei essere quella pallina: non sono certo mani da pianista!) Non scappate a gambe lavate! Superato un primo giustificabile momento di sbigottimento, scoprireste che stanno giocando a balétta: un gioco tradizionale molto simile alla pallapugno ma che utilizza una palla più piccola e le case come bordo campo. Paulò, 102 anni (presto lo incontrerete), ricorda di quando le palline da tennis non c’erano e si utilizzavano matasse di stracci cuciti insieme. Non si usa la palla classica da 190 g per limitare i danni a tegole ed infissi: la sfera viene lanciata così in alto che spesso ricade sui tetti! Tutte le strutture architettoniche sono parte integrante del campo da gioco. Sono ammessi rimbalzi sulle case, sui lampioni e sui poggioli, anche se ogni tanto le persiane liguri tirano brutti scherzi. View Liguriainside in a larger map...
CASTELLIGURIA, p.te II. Il castello di Noli: una lezione sul carattere dei liguri

CASTELLIGURIA, p.te II. Il castello di Noli: una lezione sul carattere dei liguri

C’ero già andato quando frequentavo l’università, però in un posto così bisogna ritornarci, perché il castello arroccato sul monte Ursino ti insegna non solo la storia, ma anche il forte legame tra il carattere umano ed i manufatti che esso produce. Già, perché ho sempre considerato il castello di Noli una metafora convincente del comportamento di quelle strane persone che sono i liguri. Gli ingredienti sono due: un orgoglio smisurato, che spessa sfocia nella cocciutaggine più intransigente, e quello stare sempre e comunque “sulla difensiva”… Ed il castello fatto erigere dai Marchesi del Carretto è una commistione di questi due elementi. Forse è per questo che osservare quelle torri e quella mura è un po’ come guardarsi allo specchio, perché ogni buon ligure può ritrovare se stesso plasmato con pietre e malta. E se provi ad affacciarti a quei brandelli di feritoie, scoprirai che in fondo anche noi liguri – negativi e pessimisti nell’immaginario collettivo – contempliamo la serenità e ci spingiamo verso l’orizzonte del possibile. Proprio come fa il castello di monte Ursino tutti i giorni, continuando ad ergersi (orgoglioso e cocciuto) su un pittoresco promontorio… e gettando un’occhiata di malcelata invidia all’isola di Bergeggi che osa staccarsi dal reparto difensivo per proiettarsi nello sconfinato Mare Nostrum. Visualizza Liguriainside in una mappa di dimensioni maggiori...
CASTELLIGURIA, p.te I. La contea di Petralata: le donne, i cavallier, l’arme, gli amori

CASTELLIGURIA, p.te I. La contea di Petralata: le donne, i cavallier, l’arme, gli amori

Sono orgogliosamente ligure, siamo orgogliosamente liguri; e conosciamo bene il territorio che viviamo. Però capita spesso di scovare qualcosa di inaspettato. Non ce ne vogliano gli abitanti del luogo, ma a Prelà Castello, abbarbicato, appartato e minuto com’è, è molto probabile che ci si arrivi solo per caso. Non facciamoci ingannare dal nome, si tratta di una frazione di Vasia. Noi siamo passati da Pantasina; in qualunque caso, l’importante è arrivare a Pianavia e imboccare la strada che scendere a Prelà Castello. Conoscevamo già questo paesino, ma non pensavamo fossero così grandi i resti dell’antico castello che ricorda le ambientazioni epiche di Age of Empires. Questo è il vessillo dell’antica Contea di Petralata, originariamente dei Conti di Ventimiglia (anche qui c’è l’inganno, la città di Ventimiglia non c’entra niente) e poi oggetto di lunghe contese che hanno interessato i Grimaldi, i Doria, i Lascaris di Tenda, fino a quando non sono arrivati i Savoia. Questo è anche il sipario di una leggenda romantica: Ludovico, secondogenito di Guglielmo II Lascaris di Ventimiglia, era stato costretto ad entrare in convento, ma conobbe e si innamorò di Tilburgia, contessa di Boglio. La nobildonna venne rinchiusa dal padre di Ludovico nel castello di Petralata ma il caparbio giovane liberò la sua amata e ottenne dalla regina di Napoli – che lo ospitava – di sospendere i voti. Inutile dire che, una volta tornato a casa (siamo nella seconda metà del Trecento), Ludovico si ritrovò unico erede, signore delle sue terre, e felicemente maritato con Tilburgia. Peccato solo che il castello sia proprietà di privati… Ma girargli intorno per sbirciare non costa niente, anzi,...
Ventimiglia Alta: 2000 anni di atmosfere e culture

Ventimiglia Alta: 2000 anni di atmosfere e culture

 Read this post in English Ventimiglia Alta ha qualcosa in comune con Cervo: entrambi a ridosso della costa e scenografici, fanno da biglietto da visita ai turisti che arrivano in Provincia di Imperia. Nonostante questo, a differenza di Cervo, in pochi conoscono veramente la Ventimiglia “vecchia”, al di là dell’immagine del promontorio che si staglia di fronte a noi quando attraversiamo en passant la città di frontiera o quando passeggiamo tra le bancarelle del tradizionale mercato del venerdì, uno dei più importanti in Italia ed Europa. Per questo motivo vi mostreremo qualcosa di diverso. Sembra caotica, e forse un pochino lo è, come molte cittadine del Mediterraneo: un accatastarsi di case, tetti, terrazzi e torri… Ma nella sua parte più antica, la “Porta Occidentale d’Italia” è, oltre che un miscuglio di case, anche un sovrapporsi di culture ed un susseguirsi di atmosfere e straordinarie quinte teatrali. Forse perchè questo luogo di confine è sempre stato conteso da molte signorie (i Grimaldi, gli Angioini, gli Sforza, i Savoia ed i Visconti) ma anche dalla Francia e dalla Repubblica di Genova. E così, dallo sguardo severo di Porta Canarda o del forte dell’Annunziata, che si affacciano sul mare, in men che non si dica passiamo alle calde ambientazioni di chiostri conventuali che inducono al riposo… e possiamo scorrere velocemente dal fascino mediterraneo al misticismo medievale che avvolge la cattedrale dell’Assunta (siamo intorno all’anno Mille) o la coeva chiesa di San Michele, mutilata dal terremoto del 1628, che le ha fatto perdere una delle due navate laterali… o la sua cripta perfettamente conservata. Non bisogna scordarsi, poi, dell’oratorio “dei Neri”, dove l’esuberanza...