Le ricette più semplici sono sempre le migliori – ricetta delle olive in salamoia

Le ricette più semplici sono sempre le migliori – ricetta delle olive in salamoia

Se volete preparare la miglior salamoia per le olive, dovete organizzarvi 40 giorni prima. Dopo aver raccolto e minuziosamente selezionato le vostre olive, radunatele in un pentolone colmo d’acqua fredda, che cambierete con metodo per 40 giorni. Ovvero, tutti i giorni per la prima settimana, a giorni alterni per la seconda e via via a diminuire per il restante periodo. Dopodiché inizia la ricerca dei “gusti”: mettete alloro, rosmarino e timo in abbondanza in una pentola d’acqua con 70/100 grammi di sale grosso per ogni litro. Portatela ad ebollizione e lasciatela sul fuoco per un altro quarto d’ora. A questo punto, fate raffreddare il calderone. Complice la stagione, potete metterlo sul davanzale come ho fatto io. Adesso non vi resta che riempire le “arbanelle” di olive e salamoia, quindi attendere la maturazione per almeno due mesi circa (ma potete sempre assaggiare per verificare la correttezza del risultato). E non dimenticatevi di farci sapere se la ricetta vi è piaciuta!...
La Stroscia – Ricetta

La Stroscia – Ricetta

Immaginate un posto dove scarseggia il burro ma i bimbi rugnano perché vogliono mangiare biscotti e torte. Benvenuti in Liguria quando ancora non esistevano i frigoriferi a motore, il ghiaccio lo si prendeva nelle neveire (di questo ne parleremo presto) ed i pochi prodotti di origine animale si vendevano in giornata in città. Per risolvere il problema le nostre nonne hanno inventato una frolla che al posto del burro utilizza l’unico “grasso” che avevano a disposizione: l’olio extravergine d’oliva. Il risultato non è una torta soffice, ricca di crema e mille pretese, ma un dolce semplice, che bada solo ad essere buonissimo. Appena sfornato, ha un delicato profumo di limone e di erbe aromatiche (dato dal vermut). Va consumato freddo, strosciandolo (spezzandolo) con le mani. Ecco l’elenco ingredienti utilizzati nella ricetta video: 500 g di farina 00 125 g di zucchero bianco semolato una bustina di lievito per dolci la buccia di un limone grattugiata mezzo bicchiere di vermut o marsala olio extra vergine di oliva taggiasca Non necessita di “frollatura” (sosta in frigo), il forno deve essere ben caldo (180 °C) e deve cuocere 30 minuti circa. Di olio bisogna impiegarne molto, circa un bicchiere colmo. Il risultato finale non è affatto “unto” al palato, anche se non si può definire di certo una torta ipocalorica. La potete conservare fragrante per molti giorni, avendo cura di riporla in una confezione ben sigillata. La conservabilità è una caratteristica di moltissimi piatti liguri, perché il nostro motto è sempre stato “non si sa mai”. Per ultimo l’abbinamento enologico: di solito i dolci si accostano bene a vini zuccherini o liquorosi,...
A day in Savona

A day in Savona

Paola, Corrado, Nicola e Dario in macchina: “Vedremo la nave partire, il Priamar, la Cappella Sistina e, se avremo tempo, mangeremo la panissa.” Nubi all’orizzonte, cielo plumbeo, la Costa non parte e clima tardo-autunnale. Urge un cambio di rotta? No: Savona, a conoscerla, ti stravolge la giornata in meglio! A day in Savona, il video con Paola di iLiguria.net (le guance da criceto ci mancano tanto!), lo staff di Liguriainside ed una guida locale ben preparata 😉 Ed ora, qualche foto della giornata Visualizza Liguriainside in una mappa di dimensioni...
Basilico

Basilico

Ocimum basilicum è una pianta originaria delle zone tropicali oramai diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo. Il suo nome deriva da due termini greci: –Okimon/Okùs che significa svelto, agile. In pratica “lo svelto a crescere e a maturare” per la sua velocità, in condizioni ottimali, a germogliare e sviluppare le gemme. –Basilikos che vuol dire “regale e pertinente al re”. In altre parole, erba profumata degna di re. Non penso che il basilico sia stato scelto dai Liguri per velleità principesche, ma perché maledettamente buono! E come per tutte le cose buone, ci vogliono moltissime attenzioni per coltivarlo: semina in soffice terreno, irrigazioni frequenti (ma ben equilibrate per evitare attacchi fungini) e raccolta che in Liguria viene effettuata esclusivamente a mano. Quando ne acquisterete un bel mazzetto, meglio se direttamente dal coltivatore, sappiate che ogni singola piantina è stata fatta crescere con cura e raccolta delicatamente senza rovinare la radice, posta una accanto all’altra, stretta dolcemente con un elastico e avvolta in carta leggera. Portato il basilico in cucina, viene subito da pensarlo sminuzzato nel Pesto (ne parleremo prossimamente) ma provate a mettere il mazzetto intero sotto il naso: sentirete il profumo delle foglie che abbraccia quello delle nude radicette che sanno ancora di terra. Per me, questo rappresenta l’arrivo dell’estate! Quindi cerco subito dei pomodori maturi, meglio se della varietà Cuore di Bue, li affetto nel mio piatto preferito, metto sopra una pizzicata di sale, un filo di olio taggiasco e… alcune verdi foglioline. Il sapore che ne viene fuori, nella sua semplice complessità, è qualcosa di perfetto. È una esperienza da provare....
È tempo di fave e salame!

È tempo di fave e salame!

Le prime fave si mangiano col salame! Per assaporarle appieno devono essere raccolte con attenzione per non danneggiare la fragile pianta, messe in un “cavagno”, portate immediatamente accanto al salame e… mangiate. Solo così il baccello scrocchia quando lo sgraniamo e le fave più tenere e piccine scoppiano tra i denti in un succo di sapore. Se aspettiamo anche solo poche ore, i baccelli si ammosciano e le fave perdono tutta la loro dolcezza. Il consiglio è quello di cercare un contadino della zona e acquistarne “una manata”: quanto basta per gustarle al meglio e, perché no, accompagnarle con un bel bicchiere di Rossese di Dolceacqua. Importante: in Liguria è quasi un obbligo mangiare Fave e Salame durante la scampagnata di Pasquetta....